lunedì 29 aprile 2013

Se solo l’Europa potesse vendere disoccupati – Yves Smith.




Dal Delusional Economics, che è determinato a ripulire il flusso quotidiano di interessi costituiti dalla  propaganda per produrre un contrappunto equilibrato. Ripostato tramite http://www.macrobusiness .com.au/2013/01/imf-admits-more-mistakes.


Un altro giorno, un altro giro di dati atroci per la zona euro:

Il tasso di disoccupazione in Spagna è salito ad un nuovo record del 27,2% della forza lavoro nel primo trimestre del 2013, secondo i dati ufficiali. Il numero totale delle persone disoccupate in Spagna ha ormai superato la cifra dei sei milioni, anche se il tasso di crescita della disoccupazione ha subito un rallentamento.

I dati sottolineano la lotta della Spagna per uscire dalla crisi economica iniziata cinque anni fa. Una grande manifestazione è in programma a Madrid contro le misure di austerità. Venerdì scorso, il primo ministro Mariano Rajoy svelerà le misure fiscali e politiche volte ad arrestare la recessione nella quarta più grande economia della zona euro.

"Queste cifre sono peggiori del previsto e mettono in evidenza la grave situazione dell'economia spagnola, così come il disaccoppiamento scioccante tra l’economia reale e quella finanziaria", ha detto Jose Luis Martinez, stratega di Citi.

La scorsa settimana, il Fondo monetario internazionale ha tagliato la sua previsione per il 2013 della crescita della Spagna ad una contrazione del 1,6% rispetto al 1,5% precedente e ha detto che il tasso di disoccupazione avrebbe raggiunto un picco del 27% quest'anno.

La disoccupazione giovanile è segnalata al 57,2%, che è un numero così grande da essere quasi impossibile da comprendere. Il FMI sostiene che sia il picco di quest'anno, ma basta guardare alle loro opinioni passate sulle previsioni economiche per sapere che questa affermazione si dovrebbe prendere che con un pizzico di sale. Ultimamente i PMI [Purchasing manager system n.d.t.] mostrano ancora una contrazione, la produzione industriale è in calo del 6,5% rispetto ad un anno fa, e le sofferenze sono ancora oltre il 10% anche dopo l'attuazione di una “bad bank”, nel tentativo di ripulire il sistema bancario. 

Con dati così austeri non c'è da meravigliarsi che la Spagna sia su una banchina che si sgretola quando viene a mancare la fiducia nella UE:

La fiducia dei cittadini nell'Unione europea è scesa ai minimi storici nei sei principali paesi dell'Unione europea, sollevando questioni di fondo circa la sua legittimità democratica da più di tre anni nella peggiore crisi mai avuta dell’Unione, lo mostrano i nuovi dati.

Dopo quelle finanziarie, le crisi valutarie e del debito, un budget straziato e i tagli alla spesa, i salvataggi delle nazioni ricche di quelle povere e la resa dei poteri sovrani alla definizione delle politiche da parte tecnocrati internazionali, l'euroscetticismo è in forte aumento, ed in una misura che rischia di alimentare politiche populiste anti-UE vanificando gli sforzi dei leader europei per arrestare il crollo ed in sostegno al loro progetto.

I dati dell’Eurobarometro, l'organizzazione che raccoglie dati della UE, analizzati dal Consiglio europeo per le relazioni estere (ECFR), nei “think tank”, indicano un calo vertiginoso della fiducia nell'Unione europea in paesi come Spagna, Germania e Italia, che sono storicamente molto favorevoli all'Europa. 

In Spagna, la fiducia nell'Unione europea è scesa dal 65% al ​​20% durante il periodo di cinque anni, mentre la sfiducia è salita al 72% dal 23%

E con i prezzi delle case spagnole che accelerano verso il basso nel mese scorso, secondo Tinsa, e la corrispondente perdita di ricchezza del settore privato, in realtà non è una sorpresa che l'occupazione continui a scendere, mentre i livelli di rabbia aumentino.

Ma, come sappiamo, un aumento della disoccupazione significa anche un calo delle entrate pubbliche che, sotto l'attuale linea di pensiero, significa di nuovo una richiesta di maggiori tagli nel settore pubblico e tutta la “pazza giostra” va. Negli ultimi anni abbiamo visto questo succedere nella periferia europea, ma come ho segnalato per più di 18 mesi sia la Francia che i Paesi Bassi sono le economie "core" che sono altamente suscettibili di “andare nella direzione della periferia” a causa alla struttura macroeconomica delle loro economie.

Non sorprende che nelle ultime settimane entrambi i paesi hanno riconosciuto che mancheranno l’obiettivo del 3% del deficit di disavanzo quest’anno, mentre abbiamo già visto un certo numero di altri paesi ricevere concessioni ai loro attuali programmi di salvataggio a causa di dinamiche economiche peggiori del "previsto".

All'inizio di questa settimana il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha dichiarato che ci sono stati segni ai termini dei quali l'attuale quadro politico sta raggiungendo i suoi limiti politici, suggerendo che stia ora diventando evidente, anche per gli eurocrati di Bruxelles, come l'esperimento dell’austerità stia fallendo.

Così come ho detto nel dicembre del 2011:

La mia ipotesi è che, se l'Europa ratifica questo quadro ..., dopo 12-24 mesi di tentativi l'effetto sarà così disastroso che alla fine rinuncerà. Ma fino ad allora il mio caso base per l'Europa è un risultato economico significativamente peggiore.

Non siamo ancora arrivati, ma ho ancora altri 8 mesi sotto la mia cintura.



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