La
confisca dei fondi dei depositanti in stile Cipro è stata definita la
"nuova normalità". Politiche di “bail in” stanno comparendo in
diversi paesi dirette dal fallimento delle banche TBTF [To Big To Fail, troppo
grandi per fallire n.d.t.] nella capacità di convertire i fondi dei
"creditori non garantiti" in capitale; e quei creditori, si scopre,
includono i depositanti ordinari. Anche i creditori "garantiti", includendo
stati e governi locali possono essere a rischio. I derivati hanno uno status di "super-priorità" nel
fallimento e Dodd-Frank preclude ulteriori salvataggi da parte dei
contribuenti. In un grande fallimento con derivati, può non
esserci alcun tipo di garanzia per i creditori che sono i successivi nella linea.
Abbiamo avuto “onde d’urto” in
giro per il mondo, quando il FMI, la UE e la BCE non solo hanno approvato, ma hanno provveduto alla confisca
dei fondi dei depositanti per il "bail in" di due banche in
fallimento a Cipro. Il "bail in" è un salto di qualità al di là del "bail
out". Quando i governi non sono più disposti a usare i soldi dei
contribuenti per salvare le banche che si sono giocate il loro capitale, le
banche sono istruite a "ricapitalizzare" se stesse confiscando i
fondi dei loro creditori, trasformando il debito in equity, o titoli; e i
"creditori" includono i depositanti che hanno messo i loro soldi in banca pensando che fosse un luogo sicuro per depositare
i propri risparmi.
Il bail in di Cipro non è stata una misura di emergenza unica, ma è stata coerente con le politiche analoghe già in cantiere per gli Stati Uniti, Regno Unito, UE, Canada, Nuova Zelanda e Australia, come dettagliato nei miei articoli precedenti qui e qui. "Too big to fail" ora trionfa su tutto. Piuttosto che le banche siano messe in bancarotta per salvare i depositi dei propri clienti, al contrario, i clienti potranno ora essere messi in bancarotta per salvare le banche.
Il bail in di Cipro non è stata una misura di emergenza unica, ma è stata coerente con le politiche analoghe già in cantiere per gli Stati Uniti, Regno Unito, UE, Canada, Nuova Zelanda e Australia, come dettagliato nei miei articoli precedenti qui e qui. "Too big to fail" ora trionfa su tutto. Piuttosto che le banche siano messe in bancarotta per salvare i depositi dei propri clienti, al contrario, i clienti potranno ora essere messi in bancarotta per salvare le banche.
Perché
i derivati minacciano i vostri conti correnti.
Il grosso rischio dietro a tutto
questo è la massiccia quantità, 230 trilioni di dollari, in derivati boondoggle gestiti da banche statunitensi.
I derivati vengono
venduti come una sorta di assicurazione per la gestione dei profitti e dei
rischi; ma come Satyajit Das sottolinea in Extreme money in realtà aumentano il
rischio per il sistema nel suo complesso.
Negli Stati Uniti, dopo l’emanazione
e l’implementazione del Glass-Steagall Act nel 1933, una banca non poteva
giocare con i fondi dei depositanti per conto proprio, ma nel 1999 la barriera
è stata rimossa. Recenti indagini del Congresso hanno rivelato che nelle più
grandi banche di derivati,
JPMorgan e Bank of America, si è verificata una massiccia
commistione tra i loro depositi e i depositi non regolamentati e altamente
vulnerabili dai derivati.
Sia nell'ambito del Dodd-Frank Act che nella legge fallimentare del 2005, i
derivati hannosuper-priorità su tutti gli altri crediti, garantiti e non garantiti,
assicurati e non assicurati. In un grande “fiasco” da derivati, i possessori di derivati potrebbero anche prendere tutte le
garanzie, lasciando gli altri pretendenti, pubblici e privati, a mani vuote.
La previsione per il piano di
salvataggio del 2008 era di 700 miliardi di dollari in fondi dei contribuenti, ed
era solo per iniziare. Un altro disastro di 700 miliardi di dollari potrebbe
facilmente spazzare via tutti i soldi nel fondo di assicurazione FDIC [Federal
Deposit Insurance Corporation è una agenzia indipendente n.d.t.], che ha solo25 miliardi di dollari circa. Sia JPMorgan che Bank of America hanno
oltre 1 trilione di dollari in depositi,
e il totale dei depositi coperti da assicurazione FDIC è circa di 9 trilioni
dollari. Secondo un articolo su Bloomberg, del novembre 2011, la holding di Bank of America aveva quasi 75 trilioni di
dollari in derivati,
ed il 71% erano tra i depositi, mentre JP Morgan ha avuto 79 trilioni di
dollari in derivati,
e il 99% erano nei suoi depositi. Quelle intere mega-somme non sono ora effettivamente
a rischio, ma il denaro calcolato come a rischio derivati da tutte le fonti, è di almeno 12
trilioni di dollari, e JPM è il più grande giocatore, con il 30% del
mercato.
Di solito era il governo a poter
fornire il “back stop” alla FDIC quando questa fosse stata a
corto di soldi. Ma la sezione 716 della legge Dodd-Frank ora esclude il
pagamento tramite ulteriori fondi dei contribuenti per salvare una banca da una
cattiva scommessa sui derivati. Come riassunto in una lettera degli americaniper la riforma finanziaria citata
da Yves Smith:
La
sezione 716 vieta ai contribuenti i salvataggi di una vasta gamma di strumenti
finanziari derivati, di
negoziazione e attività di derivati speculativi.
La sezione 716 non limita in alcun modo
le attività di swap che le banche o altre istituzioni finanziarie possono ingaggiare.
Vieta semplicemente il sostegno pubblico per tali attività.
Non ci saranno più 700 miliardi di
dollari dei contribuenti per i salvataggi. E dove otterranno le banche il denaro nella prossima crisi?! Sembra che il
piano sia stato appena rivelato nelle nuove politiche di bail-in.
Tutti
i depositi, assicurati e non assicurati possono essere a rischio.
La politica dei bail-in per gli
Stati Uniti ed il Regno Unito è esposta in un documento emesso congiuntamente
dalla Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) e da Bank of England (BoE),
nel dicembre 2012, dal titolo Risoluzione attiva globale, importanza sistemica,istituzioni finanziarie.
In un articolo del 4 aprile su FinancialSense,
John Butler sottolinea che la direttiva non fa esplicito riferimento ai
"depositanti". Si riferisce solo ai "creditori non garantiti".
Ma il significato effettivo del termine, dice Butler, è smentito dal fatto che
la FDIC è stata coinvolta nel lavoro. La FDIC ha la responsabilità diretta solo
per i depositanti, non per gli obbligazionisti che sono fonti non-depositanti
all'ingrosso di credito bancario. I commenti di Butler:
Vedete
la destrezza della mano qui al lavoro?! Sotto il pretesto di proteggere i
contribuenti, i clienti degli enti in fallimento devono essere arbitrariamente,
di fatto, subordinati ai crediti interbancari, quando in realtà essi sarebbero
giuridicamente superiori a tali reclami!
[C]onsideriamo
la brutale ed ingiusta ironia di tutta la proposta. Ricordiamo, il suo scopo
dichiarato è quello di risolvere il problema evidenziato nel 2008, vale a dire
l'esistenza di istituzioni insolventi TBTF che erano "fortemente
indebitate e complesse, con operazioni finanziarie numerose e disperse, estese
ad attività fuori bilancio o di bilanci opachi." Eppure, ciò che viene
proposto è un impianto che sacrifica i
depositanti al fine di mantenere proprio questo complesso, opaco,
edificio di leva a carica-finanziaria!
Se
credete che quanto è successo recentemente a Cipro sia improbabile accada
altrove, pensate di nuovo. I funzionari di politica economica negli Stati
Uniti, Regno Unito e altri paesi si stanno preparando per questo. Ricordate,
qualcuno deve pagare. Sarà vero? Se siete dei depositanti, la risposta è sì.
La FDIC è stata istituita per garantire
la sicurezza dei depositi. Ora, a quanto pare, la sua funzione sarà la confisca
dei depositi per salvare Wall Street. Nell'unico accenno ai "depositanti"
nella direttiva FDIC-BoE per quello che attiene alla politica degli Stati
Uniti, il punto 47 afferma che le "autorità riconoscono la necessità di
una comunicazione efficace ai depositanti, mettendo in chiaro che i loro
depositi saranno protetti". Ma protetti con che cosa?! Come nel caso di MF
Global, il piatto sarà già stato portato via. Da chi sarà riportata indietro la
banca?! Non i pretendenti con derivati, che sono i primi in linea da pagare;
non i contribuenti, dal momento che il Congresso ha sigillato il caveau; non il
fondo di assicurazione FDIC, che ha un misero conto da 25 miliardi di
dollari. Fino a quando le controparti dei derivati hanno lo status di super-priorità, i
crediti di tutte le altre parti sono in pericolo.
Questo potrebbe essere non solo
per i "creditori chirografari", ma anche per i "creditori
privilegiati", tra cui i governi statali e locali. I governi locali
mantengono una parte significativa dei loro ricavi in banche di Wall Street,
perché le più piccole banche locali non hanno la capacità di gestire i loro
business complessi. Negli Stati Uniti, le banche che prendono i depositi di
fondi pubblici sono tenute ad pegno di garanzia contro qualsiasi fondo che
supera il limite di assicurazione dei depositi di 250.000 dollari. Ma i
possessori di derivati hanno
anche garanzie reali, e hanno super-priorità su tutti gli altri
pretendenti, anche tra gli altri creditori privilegiati. Il caveau può essere
vuoto nel momento in cui i funzionari
del governo locale ottengono di accedere alla cassa. Main Street sarà stata di
nuovo saccheggiata da Wall Street.
Lo
status super prioritario dei derivati aumenta il rischio piuttosto che diminuirlo.
Un professore di diritto di
Harvard, Mark Row sostiene che
lo stato di super-priorità dei derivati deve essere abrogato. Egli scrive:
(...)
Le controparti dei derivati, (...) a differenza di altri creditori
privilegiati, possono procedere immediatamente a liquidare il collaterale, fare
prontamente utili netti e perdite nei loro rapporti con la bancarotta, rescindere
i loro contratti con la bancarotta e tenere entrambi i pagamenti preferenziali per
la vigilia del fallimento con il trasferimento fraudolento che hanno ottenuto
dal debitore, il tutto in un modo che li favorisce rispetto agli altri
creditori del fallito.
(...)
[Q]uando abbiamo sovvenzionato i derivati e le
attività finanziarie simili tramite i benefici del fallimento non disponibili ad altri
creditori, si ottengono più attività
di quello che altrimenti sarebbe. L’abrogazione indurrebbe questi fiorenti
mercati finanziari a riconoscere meglio i rischi di fallimento finanziario
della controparte, che a sua volta dovrebbe smorzare la possibilità di un altro
tracollo finanziario in stile AIG, Bear Stearns o Lehman Brothers, contribuendo
così a mantenere la stabilità del sistema finanziario.
Ne “Il nuovo accordo finanziario:
capire il Dodd-Frank Act e le sue (involontarie) conseguenze”, David Skeel è d’accordo.
Egli chiama la politica del Dodd-Frank un approccio al "corporativismo"
- una partnership tra il governo e le multinazionali. Il Congresso non ha fatto
alcun tentativo nella legislazione per ridurre le dimensioni delle grandi
banche o per minare l’avallo implicito previsto dalla consapevolezza che
saranno messi in libertà in caso di guai.
A sorreggere questo approccio è
quello che Skeel chiama "il mito Lehman", che incolpa del crollo
bancario del 2008 la decisione di permettere a Lehman Brothers di fallire.
Skeel dice che il fallimento di Lehman era effettivamente ordinato, mentre i
derivati sono
stati “incassati” in tempi relativamente brevi. Invece di prevenire il collasso
di Lehman, l'esenzione dal fallimento per i derivati può aver contribuito a precipitarlo.
Quando la banca sembrava essere su un terreno infido, tutti i giocatori di derivati si precipitarono a rivendicare le loro
richieste, in una corsa sul collaterale della garanzia prima del suo stesso
esaurimento. Skeel dice che il problema potrebbe essere risolto eliminando
l'esenzione per i derivati dall’essere
inclusi
nel procedimento che il giudice fallimentare applica ad altri contratti per
prevenire proprio questo tipo di cose.
Mettere
dei freni a Wall Street per porre fine al gioco.
Oltre ad eliminare la
super-priorità dei derivati, ecco alcuni altri modi per bloccare Wall Street
dal prendere tutte le attività:
(1) Ripristinare il
Glass-Steagall Act che separa le banche di deposito dalle banche di
investimento. Supportato da Marcy Kaptur H.R. 129.
(2) Separare le banche “giganti”
dei derivati. Supportato da Bernie
Sanders nella legislazione "too big to jail".
(3) In alternativa,
nazionalizzare le banche TBTF, come consigliato sul New York Times da GarAlperovitz.
Se i salvataggi con i soldi dei contribuenti per le banche TBTF sono
inaccettabili, i salvataggi fatti con i soldi dei depositanti sono ancora più
inaccettabili.
(4) Mettere i derivati fuori
legge, come lo erano tra il 1936 e il1982 sotto il Commodities Exchange Act [ n.d.t.].
Possono essere neutralizzati semplicemente vietandoli, dichiarandoli nulli e
vacui. Come notato da Paul Craig Roberts,
"l'unico effetto principale di vietare o eliminare tutti gli swap (per lo
più contratti over-the-counter tra le controparti) sarebbe quello di togliere i
230 trilioni di dollari di rischio da leveraggio dal sistema finanziario."
(5) Sostenere il progetto dilegge Harkin-Whitehouse di imporre una tassa sulle transazioni finanziarie agliscambi di Wall Street.
Tra gli altri usi, una tassa sulle transazioni potrebbe integrare il fondo di
assicurazione FDIC per coprire un altro disastro da derivati.
(6) Stabilire delle casse di risparmiopostali come
depositi garantiti dal governo depositi per i risparmi individuali. Molti paesi
hanno casse di risparmio pubbliche, che divennero particolarmente popolari dopo
che i risparmi nelle banche private sono stati spazzati via nella crisi
bancaria della fine degli anni ‘90.
(7) Istituire banche di proprietà
pubblica come depositi di fondi pubblici, seguendo l'esempio del North Dakota, l'unico stato sfuggito completamente alla crisi bancaria del 2008. Il North
Dakota non tiene le sue entrate in banche di Wall Street, ma le deposita, per
legge, nella banca statale del North Dakota. La banca ha un mandato per servire
il pubblico, e non gioca in derivati.
Un legislatore statale motivato
potrebbe istituire una banca di proprietà pubblica molto rapidamente. Avere una
propria banca permetterebbe allo Stato di proteggere sia le proprie entrate che quelle dei suoi cittadini durante la
generazione del credito necessario per supportare le imprese locali e ripristinare
la prosperità a Main Street.
Per
ulteriori informazioni sull'opzione banca pubblica, vedere qui. Per saperne di più vedere la
conferenza al Public Banking Institute de 02-04 Giugno a San Rafael, in California, con
Matt Taibbi, Birgitta Jonsdottir, Gar Alperovitz e altri.
Traduzione a cura di Luca Pezzotta.
Traduzione a cura di Luca Pezzotta.
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