giovedì 25 aprile 2013

L’opera struggente di una formidabile sciocchezza – Paul Krugman.


Fonte: http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/04/23/a-heartbreaking-work-of-staggering-folly/

Come ho scritto molto ultimamente, il piccolo pulito segreto della crisi economica globale è che la teoria economica standard è effettivamente “eseguita” abbastanza bene.

E' vero che pochi hanno anticipato la gravità della crisi del 2008 - ma non è stato un profondo fallimento della teoria, è stato un fallimento dell’attenzione. Abbiamo avuto una buona comprensione della corsa agli sportelli; abbiamo solo mancato di notare che le banche tradizionali erano una parte  molto piccola del “sistema” rispetto a prima, e che quelle non regolamentate, le banche “ombra” non garantite, erano diventate molto più importanti. Una volta realizzato questo, come Gary Gorton ha documentato, la teoria standard della corsa agli sportelli rende perfettamente bene il senso della storia.


E le conseguenze della crisi - persistenti bassi tassi di interesse nonostante gli elevati deficit, l'impotenza della politica monetaria, i principali impatti negativi dell’austerità fiscale - non sono state quelle che la maggior parte degli economisti o agenzie governative hanno predetto, ma è ciò che avrebbero dovuto prevedere; Econ 101 macroeconomia, come ho spesso fatto notare, ha funzionato piuttosto bene.

Anche la crisi dell'area euro ha, e fa, un sacco di senso, in termini di teoria dell'area valutaria ottimale standard.

Il punto è che non sono state del tutto necessarie nuove teorie radicali; l’economia da scaffale, gli strumenti che già avevamo, hanno fornito un grande orientamento.

Il caso è, però, perché stiamo facendo così male? E voglio dire davvero male; in Europa il recupero è ormai inferiore a dove era rispetto allo stesso punto nella Grande Depressione. Ecco la produzione industriale europea dalla Società delle Nazioni a partire dal 1929 e da Eurostat a partire dal 2007:
[Produzione industriale in Europa durante le due crisi. Linea blu crisi del 2007 – Grande Recessione. Linea rossa crisi del 1929 – Grande depressione. n.d.t.]


La risposta immediata è, cattiva politica - soprattutto, austerità fiscale a fronte della disoccupazione di massa, che è esattamente ciò che tutto quello che sappiamo di macroeconomia dice che non si dovrebbe fare. Da ultimo, da World Economic Outlook:

[Spesa dei governi in Europa. Media dopo le precedenti recessioni del 1975, 1982, 1991 linea rossa. Ripresa dalla Grande recessione linea verde n.d.t.].


Alcune di queste riflettono i problemi dell’unione monetaria - ma c'è stata un sacco di austerità anche nelle nazioni centrali. E alla base di tutto era l'assoluta determinazione degli “operatori” di buttare via tutto quello che avevamo imparato a conoscere della politica macroeconomica nelle depressioni, e, invece, andare avanti con i loro pregiudizi. Certo, hanno trovato eminenti economisti - Alesina, Reinhart-Rogoff - che gli hanno detto quello che volevano sentirsi dire. Ma c'erano un sacco di eminenti economisti che disperatamente avvertivano che si erano sbagliati: erano i politici e le Persone Molto Serie, in generale, che hanno deciso quello che essi avrebbero considerato serio e degno di essere ascoltato - portando a quelli che appaiono come errori comici.

Ma non è uno scherzo, è una terribile storia di follia e disastri.

Traduzione a cura di Luca Pezzotta.

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