lunedì 29 aprile 2013

Il miracolo italiano – Paul Krugman.




L'Italia è un caos. Sì, ha un primo ministro, infine; ma le probabilità di una seria riforma economica sono minime, la volontà di persistere in una sempre più dura austerità -  che i “Rehns” ci dicono sia essenziale in questo mondo - sta evaporando. Tutto è negativo. Ma una cosa divertente sta accadendo:


[Andamento della rendita dei bonds decennali italiani n.d.t.]



Che cosa sta succedendo?! Penso che stiamo vedendo una forte evidenza del punto di vista di De Grauwe ai termini del quale  le impennate dei tassi nella periferia europea hanno relativamente poco a che fare con le preoccupazioni di solvibilità, ed erano invece casi di panico di mercato resi possibili dal fatto che i paesi che hanno aderito all'euro non avevano più un prestatore di ultima istanza, ed erano soggetti a potenziali crisi di liquidità.

Quello che è successo è che la BCE sembra sempre più disposta ad agire come prestatore in caso di necessità, e che, in generale, l'ammorbidimento retorico dell’austerità fa sembrare meno probabile che l'Italia sarà costretta al default per pura carenza di liquidità. Quindi, abbiamo un calo dei rendimenti e una pressione molto ridotta.

Inoltre, per auto giustificarsi un po’, dimostra che quando ho citato l'Italia degli anni ’90 come un esempio di come i paesi avanzati possono sostenere carichi elevati di debito, non mi stavo comportando da ingenuo. All'epoca l'Italia aveva una propria moneta e il debito era denominato in tale valuta, sì, è stato ancorato al marco tedesco, ma c'era sempre la possibilità di disancorarlo. Con l'adesione all'euro, l'Italia di fatto si è trasformata, macro-economicamente, in un paese del terzo mondo con il debito nella valuta di qualcun’altro, e si esposta alla crisi del debito, ora, grazie alla mossa di Draghi, si è fatto un passo a metà strada per tornare verso il primo mondo.

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