mercoledì 31 luglio 2013

Il dibattito post-mortem MMT vs Austriaci parte III di V: democrazia, tasse e monopolio della moneta – Rohan Grey



Come accennato alla fine della parte precedente, la maggiore critica esposta da Murphy verso l'analisi della MMT era che si presume l'esistenza di uno Stato con un monopolio della valuta, in virtù del suo potere di imposizione fiscale - o, come Murphy l’ha descritto, la MMT era "a favore di rapinare i negozi di liquori" al fine di assicurare una domanda per la sua valuta. A mio parere, questa critica non è stata sviluppata, in quanto non si è articolata nel descrivere perché i problemi identificati erano peggiori dei problemi di qualsiasi altro sistema fattibile.

In realtà, il momento in cui Murphy è arrivato ad articolare una visione alternativa della governance economica, è stato quando ha paragonato le attività del governo con quelle di una società:

Murphy: Lasciate che vi faccia un ipotetico scenario (…), c'è un ipotetico amministratore delegato che da 60 minuti sta facendo un intervento, lo tengono nella telecamera e pensano sia una buona persona, poi dicono quando i revisori sono entrati - lui è l'amministratore delegato di una grande società – dicono "per decenni avete preso il dieci per cento dei loro stipendi per metterlo da parte e  finanziare le loro pensioni, e avete promesso loro pagamenti specifici. I revisori sono entrati, hanno guardato i vostri libri e hanno scoperto che non avete fatto investimenti reali, hanno scoperto che state usando questi come dividendi per i vostri azionisti e per aumentare i prezzi delle azioni, dare a voi stessi dei bonus e per investire un po' nell’azienda, ora siete “una pensione senza fondi” per circa 10 miliardi di dollari. Che cosa avete da dire a vostra discolpa prima di andare in prigione?".

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Prima di arrivare alla risposta di Mosler, vale la pena di “disimballare” brevemente questa ipotesi (e, in particolare, le frasi imbaldanzite), in quanto la metafora aziendale nascondeva una serie di caratterizzazioni altamente ideologiche della azione del governo che, anche se precisa, giustifica di essere riconosciuta.

Primo, Murphy caratterizza negativamente la decisione della società di pagare i dividendi ai suoi azionisti, piuttosto che investire in termini reali, tuttavia, i "dipendenti" e gli "azionisti" di uno Stato sono sia l’uno che l’altro - i suoi cittadini. Quindi, pagare dividendi significa, semplicemente, dare ai cittadini una quota del surplus sociale prodotta come risultato di un coordinamento economico facilitato dallo Stato. Questo è, almeno a mio parere, quasi tautologicamente una buona cosa.

In secondo luogo, Murphy descrive la società con i suoi profitti per "aumentare i prezzi delle azioni [della corporation] e [darsi] bonus, e [investire] un po' in azienda" ​​in un modo che implica che queste azioni sono contrarie a quello che ci aspetteremmo una società facesse. Nel contesto dello Stato, tuttavia, "aumentare i prezzi delle azioni" è simile (se non equivalente) a mantenere il valore della moneta, "bonus" è equivalente a pagare buoni salari del settore pubblico, ed investire nella "fabbrica" ​​è equivalente ad investire in infrastrutture sociali. Questi sono, secondo la mia esperienza, ampiamente considerate come funzioni statali normali.

In terzo luogo, la domanda finale di Murphy - "che cosa avete da dire a vostra discolpa prima di andare in prigione?" - Presuppone che l'entità oggetto di verifica è soggetta ad una legge superiore rispetto a  quella propria. Tuttavia, al di là di singoli funzionari pubblici che effettivamente violano le  leggi dei codici, o di un organo legislativo che in qualche modo viola la Costituzione (come determinato dalla magistratura, o in ultima analisi, nella corte dell'opinione pubblica), i termini "reato", "prigione”, "o violazione della legge" non hanno alcuna analogia quando servono a valutare le azioni interne di uno Stato sovrano, una repubblica auto-governata.

Perciò, quando separata dal suo abbigliamento metaforico, la domanda di Murphy può essere riformulata nel modo seguente:

"I nostri revisori sono entrati e hanno scoperto che lo Stato non ha investito il vero surplus sociale  creato dalla cittadinanza e ‘catturato’ dal governo attraverso il sistema monetario in asset reali di nazioni estere e commercio. Invece, è stato distribuito in dividendi come reddito per i suoi azionisti cittadini per aumentare i prezzi delle azioni il suo valore in valuta e dando a voi stessi bonus, per  pagare i lavoratori del settore pubblico e per investire in infrastrutture pubbliche della azienda. Ora lo Stato ha una pensione senza fondi per circa 10 miliardi una insufficiente capacità di riserva per soddisfare tutti i suoi obblighi per le risorse reali senza un aumento dell'inflazione o senza la necessità di un aumento delle tasse. Che cosa i leader politici hanno da dire per loro stessi prima di andare in prigione?! di votare se mantenerli o meno come nostri rappresentanti eletti?!".

Questa inquadratura è molto meno carica rispetto a quando la domanda è stata presentata attraverso la prisma metaforica di una multinazionale - anzi, ho difficoltà a distinguerla dalle questioni di politica di bilancio che si presentano durante il corso naturale della campagna politica.

Ok, torniamo dove ci siamo lasciati.

Murphy: (…) Ora hai delle pensioni senza fondi per circa 10 miliardi di dollari. Che cosa hai da dire a tua discolpa prima di andare in prigione? E il CEO dice "woah, woah, woah. Ho letto Warren Mosler, e lasciate che vi dica qualcosa. Questa è solo una cosa del tutto arbitraria. Se il Congresso ci lasciasse stampare nostri propri biglietti da 100 dollari, non ci sarebbero pensioni senza fondi. Questa è tutta una finta crisi, ed in effetti è perché la domanda in questo momento è insufficiente, noi faremmo un favore all’economia se il Congresso dovesse andare avanti e cambiare le regole che rendono illegale per noi di correre alla fotocopiatrice e stampare un centinaio di banconote da un dollaro.

Come mai il Tesoro e la Fed possono farlo e noi non possiamo, questo è stupido. Non è come se dovesse essere un pezzo d'oro - è solo carta con dei simboli sopra. Se il Congresso cambiasse le sue regole arcane dicendo che i loro soldi sono buoni mentre i nostri non sono moneta legale legale, tutto ad un tratto queste pensioni senza fondi scomparirebbero e creeremmo posti di lavoro, quindi non ci siamo.

Naturalmente, in 60 minuti il ragazzo è atterrato [arrestato n.d.t.].

I lettori possono riconoscere l’ipotetico di Murphy come un primo esempio di errore di categoria logica tra i più criticati dai fautori della MMT: l’analogia del ruolo del governo con quella di una società o una famiglia:

Mosler: Gli darei una condanna di 30 anni sulla sedia elettrica. (Ridendo).

Murphy: Perché, perché?

Mosler: Sta chiedendo la possibilità di contraffare. Lui sa che non c'è una regola per la contraffazione. Sa o avrebbe dovuto sapere che non è permesso contraffare moneta. Ha commesso frode per i suoi dipendenti. E' un utente della moneta. Egli non può spendere fino a dopo che la ottiene. Non è l'emittente. È così che il gioco è impostato.

Si potrebbe giocare in una partita di poker e dire "hey, questo non è giusto, dammi il coperto e permettimi di mettere le carte che voglio nella mia mano" (…)

Carney: Quello che segue credo sia - se si tratta di frode quando una persona lo fa, perché è ok quando lo fa il governo?!

Mosler: Quindi diciamo che siamo in un gioco di carte e io sono il segnapunti. E come, quanti punti ho?! Io non ne ho nessuno. E allora come faccio a darti 100 punti?! Lo scrivo nel tuo punteggio. Devo sottrarre dei punti?! No. E qualcun altro ha una brutta mano mentre io prendo punti di distanza. Devo ancora dare alla persona successiva?! No.

E qualcuno nel gioco di carte dice "questo non è giusto, io dovrei essere in grado di cambiare il mio punteggio."

Bene, si desidera avere un gioco di carte in cui le persone possono cambiare il proprio punteggio? Non funzionerà. E non sarà funzionale.

L’unica risposta di Murphy per questo chiarimento, per quanto ho potuto capire, era quella di ripetere la sua precedente affermazione che l'uso coercitivo della tassazione per stabilire un monopolio sulla moneta equivale al furto:

Murphy: Se una qualsiasi altra entità ha fatto questo genere di cose; e poi ha cercato di giustificarle, o semplicemente spiegare che cosa stavano facendo nel modo in cui fanno gli scritti [di Mosler], lui parla di ciò che fa il governo - che si tratti della famiglia preoccupata del suo finanziamento, sia che si tratti del CEO che non contribuisce al piano pensionistico - se difendessero ciò che stanno facendo nel modo in cui il professor Mosler sta parlando del governo rispetto al suo bilancio, per quanto riguarda la sicurezza sociale e così via, chiaramente questo sarebbe fraudolento (…)

In modo fondamentale è tornato a dire che "c'è una distinzione che non stai ricevendo, Murphy, è come se ci fosse un segnapunti e ovviamente vi è una distinzione tra le persone che partecipano al gioco e l’arbitro che imposta il gioco".

Ma poi faccio solo la domanda - perché stiamo giocando a questo gioco, in primo luogo?! Perché è quel ragazzo il segnapunti?! Secondo la sua analogia, è perché hanno le pistole; e queste sono rivolte verso di noi e dicono, "voi parteciperete a questo gioco. La ragione per cui le mie banconote funzioneranno è perché in caso contrario ti spareremo".

(…) Mi sembra che sia una specie di grosso problema e che per sua stessa ammissione sia il sistema in cui siamo già e di cui vuole modificare una parte, quella in cui il tutto si basa sul fatto che ci sono questi ragazzi con le pistole che la pongono in un certo modo.

A giudicare dalla radiocronaca del dibattito, molti sostenitori del "libero mercato" sono molto in sintonia con il punto di vista che la "tassazione è un furto".

Purtroppo è, nel migliore dei casi, fuorviante; e nel peggiore dei casi, del tutto errata.

Il regime fiscale non è un furto. È la tassazione. Sono concetti giuridici distinti. La tassazione è l'esercizio del diritto di un potere espressamente concesso ad uno Stato sovrano; furto è l'atto unilaterale di uno o più attori non statali in violazione della legge. L'affermazione che "la tassazione è un furto", questo richiede una giustificazione extra-legale per la distribuzione esistente di titoli di proprietà privata, mentre sostengono che "rapinare un negozio di liquori è un furto" giustificandosi sulla base della legge panale e civile propria degli Stati.

Quindi, se uno credesse che la pretesa dello Stato di essere in grado di tassare la proprietà sia illegittima, lui o lei in realtà dovrebbero levare una critica contro lo Stato di diritto in sé (a meno che, naturalmente, non vi sia ragione di credere che il diritto particolare imposto sia passato in base alle attuali norme di procedura legislativa impropriamente).

Questo punto è stato eloquentemente spiegato dal prominente giurista Cass Sunstein in un articolo lapidario del 1999 dal titolo "Perché dovremmo celebrare il pagamento delle tasse", una parte del quale riporto qui:

Senza tasse non ci sarebbe libertà. Senza tasse non ci sarebbe alcuna proprietà. Senza tasse, pochi di noi avrebbero un patrimonio da difendere. 

Infatti, i proprietari sono più profondamente "dipendenti" dal governo dei destinatari di buoni alimentari. L'uomo che acquista vari organi di informazione deve più alla azione legislativa, aggiudicativa e amministrativa, rispetto alla donna che dorme sotto un giornale alla volta.

(…)

I proprietari di abitazione (…) non dipendono solo dai vigili del fuoco e dai dipartimenti di polizia e dalla gestione competente del Registro di sistema di titoli e azioni (…) Loro dipenderanno anche dagli eserciti finanziati dai contribuenti, presidiati in gran parte da cittadini a basso reddito, per proteggere le loro case dai predoni ubriachi e spietati. E il governo "semplicemente" non protegge la proprietà; definisce anche e assegna la proprietà, stabilendo gli obblighi di manutenzione e riparazione dei proprietari, per esempio; e decide se il datore di lavoro il lavoratore "possiedono" le invenzioni del dipendente. Immaginare i proprietari di immobili senza governo è quindi come immaginare i giocatori di scacchi senza le regole degli scacchi.

(…)

Può essere ragionevole, in alcuni casi, tagliare le aliquote fiscali. Quella che è irragionevole e, di fatto, assurdo, è la retorica conservatrice fin troppo familiare con cui si oppone categoricamente la libertà individuale al potere del governo di tassare e spendere. Non si può essere per i diritti e contro il governo, perché i diritti non hanno significato finché imposti dal governo.

(…)

In ogni caso, riconoscere la dipendenza dei diritti di proprietà dai contributi di tutta la comunità, gestita dal governo, è come respingere l'attacco retorico sui diritti del welfare come una cosa in qualche modo profondamente antiamericana e totalmente aliena, oppure di natura diversa dai classici diritti "reali". Nessun diritto può essere esercitato in modo indipendente, per ogni titolare di un diritto si ha un credito nei confronti delle risorse pubbliche-in denaro che è stato “estratto” dai cittadini in generale.

(…)

Come piaceva dire a Oliver Wendell Holmes, il grande giudice della Corte Suprema, le tasse sono "il prezzo che paghiamo per la civiltà".

Conclusioni.

Forse il vero punto di Murphy era che il principio del "no taxation without representation" [niente tasse senza rappresentanza n.d.t.], spesso considerato un presupposto fondamentale per il governo repubblicano, contraddice una forma superiore di diritto naturale basato su un diritto inalienabile di proprietà privata. Purtroppo, però, non ha fatto e nemmeno difeso tale argomento.

Di conseguenza, la critica di Murphy alla tassazione coercitiva mi ha meravigliato e mi chiedo "e allora? Se lo Stato non dovesse essere in grado di utilizzare la legge del diritto nell’imporre le tasse sui proprietari di immobili, perché dovrebbe essere in grado di utilizzare la legge del diritto per imporre l'accesso-e-utilizzare le restrizioni in materia di non-proprietari?!".

Se Murphy avesse preso la sua posizione anti-coercitiva alla sua logica conclusione e denunciato i diritti di proprietà privata e, più in generale, del governo rappresentativo, il dibattito sarebbe probabilmente progredito in modo significativo. Come è stato, però, lo scontro politico sostanziale è finito quando Mosler ha espresso simpatia per la posizione di Murphy, ma ha ammesso, lungo le linee del ragionamento di Churchill che "la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che sono state provate di tempo in tempo ", alle quali non si poteva trovare una alternativa fattibile e preferibile.

Forse era solo a causa di un eccesso di cortesia da parte di Mosler, ma sono rimasto alla fine del dibattito con una sensazione di disagio a termine della quale Murphy era riuscito a mettere l'onere della prova sulla Mosler per difendere affermativamente l’auto-governo rappresentativo, piuttosto che prendersi l’onere di fare un caso affermativo del suo sistema alternativo. Questa è stata, a mio parere, una conclusione piuttosto insoddisfacente per una discussione altrimenti rinfrescante, franca nei valori politici che sottendono tanto ai discorsi economici.






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