martedì 6 agosto 2013

I vampiri di Wall Street in cerca di rendita uccidono l'innovazione – Randall Wray.



Qui c’è un bel pezzo della mia amica Lynn Parramore su Alternet, che riassume una recente conferenza tenutasi a Rio: “Come la grande finanza schiaccia l’innovazione e frena la nostra economia”.

Questa la conclusione, che è molto in linea con il mio post di Lunedì: “il settore finanziario statunitense non serve più il settore produttivo - infatti, lo può uccidere”. Di seguito, la sintesi di Lynn, di uno dei principali lavori presentati alla conferenza di Rio:

William Lazonick, un esperto di storia del business nella società americana, fa notare che gli Stati Uniti hanno goduto, nel corso della loro storia, di un'economia estremamente produttiva. Abbiamo ancora importanti asset produttivi, ma ora stiamo togliendo i soldi dalla nostra economia produttiva, invece di investirceli. Il passaggio è avvenuto nel tempo, ma i meccanismi di estrazione sono diventati pericolosamente efficienti. Un settore finanziario gigante e una classe ricca stanno succhiando soldi, come vampiri, dal settore produttivo, in cui vengono creati i beni, le tecnologie ed i servizi che vogliamo.

lunedì 5 agosto 2013

La MMT e Main Street vs Wall Street – Randall Wray.



Ecco un buon pezzo sulla MMT, da parte "di uno scienziato in pensione che ha avuto una carriera ed un dottorato di ricerca" e che recentemente "è diventato un serio studioso di macroeconomia e del ruolo del governo nella nostra economia." Quello che vorrei sapere è perché sia ​​così difficile per i macroeconomisti con un dottorato di ricerca arrivarci?! Perché i macroeconomisti eterodossi - che hanno studiato la maggior parte della stessa letteratura economica che Stephanie Bell, Scott Fullwiler, Eric Tymoigne, Bill Mitchell, Mat Forstater, Ed Nell, e io (e una manciata di altri) abbiamo studiato – non possono arrivarci?! Mi rendo conto che è un po' più facile per coloro che vengono direttamente dai mercati della finanza - come Warren Mosler - capire i dettagli delle operazioni monetarie, o quelli come Charles Goodhart che hanno visto queste operazioni monetarie in prima battuta. Ma dopo un quarto di secolo e centinaia di articoli pubblicati, migliaia di blog e troppe presentazioni per conferenze da contare, perché oggi è ancora così difficile per la maggior parte degli economisti che hanno un dottorato di ricerca?!

venerdì 2 agosto 2013

Il dibattito post-mortem MMT vs Austriaci parte V di V: coda - Rohan Grey.



Così abbiamo questo. Per quanto posso dire, Murphy ha effettivamente ammesso che l'analisi economica della Scuola Austriaca è inapplicabile alle discussioni politiche contemporanee che assumono come pre-condizione le caratteristiche di base esistenti nel nostro sistema monetario e politico.

Invece, il contributo sostanziale della scuola austriaca al dibattito economico contemporaneo sta nella sua critica normativa al governo rappresentativo e di diritto pubblico, con il suo tentativo di fornire un modello pratico per un sistema economico post-rivoluzionario basato su un rispetto assoluto dei diritti di proprietà privata al di sopra tutti gli altri valori.

Ma in questo sforzo, sia Murphy che la Scuola Austriaca hanno ancora - almeno dal mio punto di vista come studente di legge – una lunga strada da percorrere.

(Parte I) (Parte II) (Parte III) (Parte IV) (Parte V) 

giovedì 1 agosto 2013

Il dibattito post-mortem MMT vs Austriaci parte IV di V: l’estensione (legale) del caso MMT – Rohan Grey.



Non siate confusi da quello che è in superficie; nelle profondità tutto diventa legge – Rainer Maria Rilke.

Come osservato alla fine del paragrafo precedente, ho trovato il dibattito coinvolgente ma alla fine frustrante, infatti mentre la critica di Murphy della natura coercitiva del nostro sistema monetario moderno è moralmente seducente, invita a porre una inevitabile domanda: "Ok, ma quale è la sua alternativa?!".

Mentre il dibattito è andato avanti, è diventato chiaro per me che questa era la domanda fondamentale a cui Murphy doveva rispondere per muoversi oppostamente al governo rappresentativo ed al di là della mera ideologia e nel regno della prescrizione politica perseguibile. Purtroppo, quando Murphy ci è andato più vicino è stato durante il seguente scambio:

(Parte I) (Parte II) (Parte III) (Parte IV) (Parte V

mercoledì 31 luglio 2013

Il dibattito post-mortem MMT vs Austriaci parte III di V: democrazia, tasse e monopolio della moneta – Rohan Grey



Come accennato alla fine della parte precedente, la maggiore critica esposta da Murphy verso l'analisi della MMT era che si presume l'esistenza di uno Stato con un monopolio della valuta, in virtù del suo potere di imposizione fiscale - o, come Murphy l’ha descritto, la MMT era "a favore di rapinare i negozi di liquori" al fine di assicurare una domanda per la sua valuta. A mio parere, questa critica non è stata sviluppata, in quanto non si è articolata nel descrivere perché i problemi identificati erano peggiori dei problemi di qualsiasi altro sistema fattibile.

In realtà, il momento in cui Murphy è arrivato ad articolare una visione alternativa della governance economica, è stato quando ha paragonato le attività del governo con quelle di una società:

Murphy: Lasciate che vi faccia un ipotetico scenario (…), c'è un ipotetico amministratore delegato che da 60 minuti sta facendo un intervento, lo tengono nella telecamera e pensano sia una buona persona, poi dicono quando i revisori sono entrati - lui è l'amministratore delegato di una grande società – dicono "per decenni avete preso il dieci per cento dei loro stipendi per metterlo da parte e  finanziare le loro pensioni, e avete promesso loro pagamenti specifici. I revisori sono entrati, hanno guardato i vostri libri e hanno scoperto che non avete fatto investimenti reali, hanno scoperto che state usando questi come dividendi per i vostri azionisti e per aumentare i prezzi delle azioni, dare a voi stessi dei bonus e per investire un po' nell’azienda, ora siete “una pensione senza fondi” per circa 10 miliardi di dollari. Che cosa avete da dire a vostra discolpa prima di andare in prigione?".

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lunedì 29 luglio 2013

Il dibattito post-mortem MMT vs Austriaci parte II di V: operazioni monetarie vs politica economica – Rohan Grey.




Come sarà chiaro a chiunque guardi l'intero confronto, c'era veramente poco scontro alla fine del dibattito sulla meccanica di funzionamento del sistema monetario moderno:

Murphy: In particolare, ciò che rende gli austriaci diversi dalle altre scuole di pensiero, anche le altre scuole favorevoli al libero mercato come gli economisti di Chicago - Milton Friedman, o ragazzi come lui – è che gli austriaci hanno una visione particolare di ciò che fanno i tassi di interesse.

Così gli austriaci dicono "guarda, il tasso di interesse è un prezzo e, in questo senso, è come qualsiasi altro prezzo - comunica informazioni sul mondo reale. Non è un numero arbitrario - significa davvero qualcosa - e se il tasso di interesse di mercato dovrebbe essere del 7 per cento e la Federal Reserve lo porta allo 0,25 per cento, questo rovinerà tutto.

(...)

(Parte I) (Parte II) (Parte III) (Parte IV) (Parte V)

domenica 28 luglio 2013

Il dibattito post-mortem MMT vs Austriaci parte I di V: prefazione – Rohan Grey.



(Se siete interessati solo alla analisi sostanziale del dibattito, andate direttamente alla Parte II).

Il 4 luglio, il New York Times ha pubblicato un articolo scritto dalla giornalista economica Annie Lowry sull'ex manager di hedge fund e teorico economico anticonformista Warren Mosler . La scuola di pensiero che Mosler sottoscrive, nota come "Teoria monetaria moderna" o "MMT", è stata seguita da un certo numero di giornalisti (vedi, ad esempio qui, qui, qui e qui). La MMT pretende di combinare intuizioni di una serie di teorici storici del sistema monetario con la comprensione delle operazioni monetarie contemporanee per costruire un progressivo meme per la moneta che si differenzia notevolmente dalla maggior parte dei testi di economia standard.

L'articolo di Lowry ha “sofferto” di un certo numero di errori di fatto e anche di un uso discutibile della discrezione giornalistica, inducendo Mosler ad una richiesta di correzione non ancora soddisfatta e di controrepliche supplementari da altri sostenitori e simpatizzanti (vedi, ad esempio qui, qui, qui, qui e qui). D'altra parte, in qualche modo la stessa Lowry si è redenta, in un raro, se non senza precedenti, atto per il Times, che completa l'articolo sul Times Economix Blog con una dettagliata lista di letture proprio di Mosler.

(Parte I) (Parte II) (Parte III) (Parte IV) (Parte V)


giovedì 25 luglio 2013

Piena occupazione e sostenibilità ambientale - parte III - di Mathew Forstater. Working Paper N° 13.



Foto: University Missouri Kansas City.

Flessibilità del sistema e sostenibilità ambientale.

I programmi PSE possono essere progettati per dotare l'economia di una notevole flessibilità, e la flessibilità può essere utilizzata per promuovere la sostenibilità ambientale (Forstater, 1998, 1999a, 2000a). Un settore privato che esegue un programma di piena occupazione ed il pieno utilizzo della capacità produttiva avrà una notevole rigidità strutturale, in quanto la capacità in eccesso e la disoccupazione consentono alle imprese, alle industrie e all'economia, nel loro complesso, di rispondere  in modo più flessibile ai cambiamenti strutturali e tecnologici e ad altre condizioni di mercato. Se il settore privato è stimolato da politiche tradizionali di gestione della domanda, la concorrenza e le altre condizioni di mercato determinano quali beni e servizi aggiuntivi sono prodotti, quali tecnologie e input sono utilizzati, quanto inquinamento sarà emesso, la distribuzione geografica del consumo supplementare e della produzione, e così via. Quando le attività di servizio pubblico non sono a scopo di lucro, possono essere progettate in base a diversi criteri. Invece di essere progettate secondo criteri di efficienza  propri del settore privato, l'attività del settore pubblico può essere progettata tenendo a mente più ampi obiettivi sociali e macroeconomici. La sostenibilità ambientale è in grado di informate le decisioni riguardo a ciò che i lavoratori PSE producono e come lo producono.