sabato 19 aprile 2014

L'immigrazione non è mai stata così inutile!


Tutti noi oggi veniamo costantemente informati da quanti "barconi" sono arrivati a Lampedusa, quanti ne stanno arrivando e quanti ancora se ne prevedono arriveranno.

Sono sicuramente notizie che preoccupano gran parte dell'opinione pubblica che ormai inizia a capire che non vi è nulla di buono nè per chi arriva nè per chi suo malgrado è chiamato ad ospitare un sempre maggior numero di "disperati" alla ricerca di un futuro migliore, ma che nemmeno noi oggi,  men che mai, possiamo loro offrire, causa una micidiale e spietata crisi economica.

Mah, detto questo siamo tutti sicuri che alla base del nostro "non star bene" ci sia proprio questo tipo di immigrazione, che il movimento libero di persone (quasi del tutto libero) sia realmente alla base del disastro che oggi noi tutti viviamo? O che forse tale immigrazione rappresenti sicuramente una concausa di un ben più spietato e letale "libero movimento" ?Quello del libero movimento dei capitali!

Cosa ci può essere di così nefasto, di così sconveniente e pericoloso nel consentire a dei capitali, cioè a delle più o meno grosse quantità di denaro di potersi spostare liberamente da una parte all'altra del pianeta?

Conseguenze di tale libertà sono:

  • Nascita di una èlite mondiale dall'enorme potere capace di influenzare il destino di intere nazioni.
La libertà di movimento di capitale crea come prima grande e tangibile realtà quella di un mercato, anzi di un super-mercato globale del capitale. In questo luogo si ha l'incontro simbolico di tutti i denari (capitali) mondiali circolanti e l'incontro dei capitalisti mondiali, di questa ristretta èlite dal potere sempre più grande, sempre più influente e sempre più incontrastato donato loro da questa internazionalizzazione dei loro capitali. La politica è sconfitta, la politica è subordinata, schiacciata sotto il volere di questa "nuova" classe dirigente devota al profitto ormai scollegato o quasi da qualsiasi contesto sociale.
  • Subordinazione degli Stati Nazionali delle loro leggi e della loro politica al mercato

Le regolamentazioni Nazionali non hanno più nessun potere, il capitalista/padrone  è libero di spostare il proprio capitale (cioè ciò che una volta investito è capace di dare posti di lavoro) in qualsiasi altra parte del pianeta, da scegliere laddove più conviene laddove di volta in volta si ha la possibilità di realizzare il guadagno immediato incurante di quale mezzo ci sia serviti per raggiungerlo.
  • Rovesciamento del rapporto di forza tra capitale e lavoro sbilanciamento a completo favore del capitale.
Verso la fine degli anni ottanta da un lato Reagan e dall'altro la signora Thatcher con un tempismo tutto anglosassone decidono di liberare da qualsiasi vincolo la circolazione dei capitali andando di fatto per la prima volta a separare in modo netto il lavoro (lavoratore) dal capitale (capitalista e/o Padrone).
Dopo questa riforma il capitale/capitalista è libero di andarsene dove meglio ritiene e dove più conviene lasciando oggi qua domani là qualche ex-occupato, che dalle nostre parti oggi ahimè iniziamo a conoscere molto bene.
Non esiste quindi più nessuna ragione per la quale uno Stato nazionale possa ora impedire un tale movimento di capitale e quindi tutti i regolamenti del mondo del lavoro possono essere tranquillamente scavalcati, come? semplicemente spostando il capitale.
  • Passaggio (non indolore) da capitalismo a capitalismo-finanziario
Questo tipo di libertà di movimento dei capitali segna il passaggio dal capitalismo conosciuto sino ad allora, rapporto di bisogno reciproco tra capitalista/padrone e operaio, rapporto che non a caso veniva definito come accordo tra le "parti sociali" alla nuova forma di capitalismo quello finanziario, dove il binomio Padrone/Operaio si riduce a un solo fattore che conta cioè al capitale, libero di muoversi indisturbato su tutta la scena mondiale, lasciando lacerazioni sociali nei diversi punti del pianeta ormai orfani dei loro apparati produttivi.

Come ricordava l'economista Britannico David Ricardo che a proposito dei capitali diceva che essi non sono valige trasportabili da un punto all'altro del mondo, ma sono invece elementi essenziali del contesto sociale e che un loro incontrollato spostamento non può quindi che influenzare drammaticamente il futuro della coesione sociale ciò a cui oggi assistiamo non è niente altro che quanto da quest'uomo profetizzato già un secolo fa.

Quindi il titolo a questo breve articolo si spiega da solo, oggi è pressochè inutile immigrare, a meno che non volerlo fare essendo ben preparati a voler rincorrere i capitali in movimento frenetico da una parte all'altra del globo.

Questo è Umanamente impossibile e fortunatamente non praticabile, l'unica possibilità che ci resta quindi per tornare a controllare anche l'immigrazione quella dei barconi è inevitabilmente quella di tornare a fissare regole chiare del movimento dei capitali a livello mondiale, altrimenti ciò che ci aspetta è ciò che solo in minima parte iniziamo ad intuire, vedere solo ora.



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