Nessuno si è assunto la
responsabilità per gli errori disastrosi effettuati dalla UE-FMI e dalla Troika
in Grecia, dove la disoccupazione giovanile ha appena raggiunto 58.3pc.
Nessuno si è dimesso, o non è
stato pagato anche solo per un giorno, o ha affrontato un qualsiasi tipo di
censura da un organo eletto, nonostante l'accusa stantia appena rilasciata dal FMI.
Peggio ancora, gli errori concettuali
politici di base che hanno portato a questo tragico episodio non sono ancora stati
pienamente corretti.
Con un po' di tagli qua e là, la
zona euro si è infilata nello stesso mix di politiche recessive autodistruttive
che hanno portato di nuovo la regione in una doppia recessione, con sette
trimestri consecutivi di calo del PIL, la disoccupazione alle stelle, ed una
sempre più stridente divergenza con gli Stati Uniti.
Giusto per ricapitolare quello che il nostro inviato Bruno Waterfield ci ha segnalato da Bruxelles, con un mea culpa il FMI ammette che la Troika ha sacrificato la Grecia per salvare l'euro.
E' stata completamente travisata
la ferocia della spirale negativa causata dall’austerità a oltranza; e poi si è
accusata la vittima, la Grecia, fingendo che non riuscisse a rispettare i
termini.
La Troika si è ritratta dalla
politica standard del FMI per la ristrutturazione del debito della Grecia nel
2010, perché era "politicamente difficile" per i paesi (Francia?
Germania?) le cui banche avevano titoli del debito greco.
Il rapporto afferma che i termini
del salvataggio hanno violato tre delle quattro regole fondamentali del FMI per
i prestiti ai paesi insolventi, cosa non da poco dato che è stato il più grande
prestito che il Fondo abbia mai fatto in
proporzione alla quota di un socio, e dato che lo “staff” non era "in
grado di garantire che il debito pubblico fosse sostenibile ".
E' stato ammesso che il pacchetto
2010 era "un’operazione di contenimento", che "ha dato il tempo alla
zona euro per costruire un firewall per
proteggere gli altri membri vulnerabili e scongiurare effetti potenzialmente
gravi per l'economia globale".
La Commissione europea si è
difesa ieri dicendo che una ristrutturazione del debito nel 2010 avrebbe
provocato il caos nei mercati obbligazionari ed un contagio virulento. Questo è
vero, ma che tipo di difesa è questa?
Sì, ognuno temeva una reazione a
catena di insolvenze sovrane che raggiungesse l'Italia e la Spagna, ma questo
era interamente dovuto al fatto che la BCE si è incautamente rifiuta di svolgere
una funzione di sua responsabilità come quella
di prestatore di ultima istanza, lo scopo ultimo di ogni banca centrale. In tal
modo, si stava mettendo in pericolo l'intero sistema finanziario globale.
È possibile rintracciare questa
paralisi di Maastricht nella natura del mandato della BCE, ma come il back stop
di Draghi (OMT) per l'Italia e la Spagna ha da allora dimostrato, ciò che
realmente si è visto è che un sacco di governatori della BCE non riuscivano a
uscire dalle profondità o perseguivano delle agende nazionali vuote, o entrambi;
e si nascondevano dietro a quelle che sono, in realtà, le clausole molto
elastiche dei trattati.
Il FMI ha reso chiaro e
cristallino che le istituzioni dell'Unione europea ed i leaders dei paesi
dell'UEM (rifiutandosi ancora di affrontare le implicazioni della UEM, o di ammettere
di fronte ai propri elettori che l'unione monetaria costa soldi veri) sono
stati i principali furfanti di questa
saga.
Quello che vediamo è una esibizione
quasi perfetta di ciò che è sbagliato nel progetto europeo. Non vi è alcun
meccanismo di responsabilità. Lo scaricabarile non si ferma mai.
Non voglio prendermela con il
Commissario all’Economia Olli Rehn, anche se si esaurisce la pazienza dopo aver
ascoltato la replica della Commissione secondo cui il FMI ha "chiaramente
sbagliato".
Rehn è un uomo decente, con un
compito impossibile, ed ha responsabilità senza potere. I politici degli Stati
del nord della UEM e la BCE sono i primi da biasimare.
L’ho scritto nel momento in cui
la Germania di Wolfgang Schauble passava la misura minacciando di espellere la
Grecia dall'euro e persisteva diffamando i Greci per il fallimento nell’ottemperare
alle misure; quando il fallimento essenziale era quello della politica stessa. La
Grecia ha mancato gli obiettivi di disavanzo perché l'economia stava
collassando, provocando una riduzione delle entrate fiscali.
Eppure Rehn è il funzionario
titolare in carica. La Troika è il "suo" bambino. Se fosse stato il
ministro delle finanze di uno Stato democratico avrebbe sicuramente dovuto
dimettersi dopo che una tale “bolla” demolisse il suo mandato.
Il fatto che nessuno mai si
dimetta per le politiche pasticciate nel sistema UE (Pace, nella Commissione
Santer è l'eccezione che conferma la regola) non deve scoraggiare Rehn nell’accettare
la sconfitta da un alto senso dell'onore. Un tale gesto sarebbe come pulire
l'aria; e segnare il riconoscimento che le formule politiche dell'UEM devono
essere spazzate via per consentire il recupero.
Il suo direttore generale degli
affari economici e monetari, Marco Butti, ha ammesso che il moltiplicatore
fiscale è superiore al normale nei paesi delle zone in cui è in corso una vasta crisi e dove il sistema finanziario
è parzialmente compromesso ed il tasso di interesse è vicino allo zero,
pertanto un inasprimento fiscale fa ancora più danni.
Ma lo ammette solo con il senno
di poi. Ora la Commissione sostiene che il ritorno alla calma dopo la mossa di Draghi
ha abbassato nuovamente il moltiplicatore, per cui non vi è alcuna reale
necessità di cambiare politica (altro che lasciare che gli stabilizzatori
fiscali facciano il loro lavoro, evitando l'errore di un altro ulteriore
inasprimento per mettere fine al fallimento sugli obiettivi di disavanzo).
In assenza di tali dimissioni del
Commissario Rehn, sappiamo che il “Rehn del Terrore” andrà avanti. Il regime
persisterà nella follia distruttiva, l'aggiunta di 100.000 persone nei registri
dei senza lavoro ogni mese.
Solo un promemoria della scala di
errore, sul quale ho scritto in questo blog l'anno scorso.
La Troika originariamente ha detto
che l'economia della Grecia si sarebbe contratta di 2.6pc nel 2010 sotto il
regime di austerità, per poi risalire con una crescita del 1.1pc nel 2011, e
2.1pc nel 2012.
In parole povere, la Troika ha
giudicato male la scala del declino economico in tre anni al 12pc del PIL. Il
declino totale sarà di circa 25pc, sicuramente una Grande Depressione.
Non si dica che era difficile da
prevedere. L'Istituto del Lavoro greco e il think tank IOVE avevano fatto
previsioni molto accurate. La verità è che l'ideologia della Troika di
"contrazione fiscale espansiva" è inaccettabile, e doppiamente
pericolosa quando aggravata dalla stretta monetaria.
Come gli Spartani, i Tebani ed i
Tespiesi presso il Passo delle Termopili, i Greci sono stati sacrificati per
guadagnare tempo a favore dell’alleanza.
Invece che applauditi, sono stati
poi diffamati per i loro sforzi eroici dai politici olandesi, finlandesi,
austriaci e tedeschi, male informati e auto-interessati. Un episodio squallido.
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