sabato 8 giugno 2013

Olli Rehn dovrebbe dimettersi per reati contro la Grecia e contro l'economia – Ambrose Evans Pritchard.



Nessuno si è assunto la responsabilità per gli errori disastrosi effettuati dalla UE-FMI e dalla Troika in Grecia, dove la disoccupazione giovanile ha appena raggiunto 58.3pc.

Nessuno si è dimesso, o non è stato pagato anche solo per un giorno, o ha affrontato un qualsiasi tipo di censura da un organo eletto, nonostante l'accusa stantia appena rilasciata dal FMI.

Peggio ancora, gli errori concettuali politici di base che hanno portato a questo tragico episodio non sono ancora stati pienamente corretti.


Con un po' di tagli qua e là, la zona euro si è infilata nello stesso mix di politiche recessive autodistruttive che hanno portato di nuovo la regione in una doppia recessione, con sette trimestri consecutivi di calo del PIL, la disoccupazione alle stelle, ed una sempre più stridente divergenza con gli Stati Uniti.

Giusto per ricapitolare quello che il nostro inviato Bruno Waterfield ci ha segnalato da Bruxelles, con un mea culpa il FMI ammette che la Troika ha sacrificato la Grecia per salvare l'euro.

E' stata completamente travisata la ferocia della spirale negativa causata dall’austerità a oltranza; e poi si è accusata la vittima, la Grecia, fingendo che non riuscisse a rispettare i termini.

La Troika si è ritratta dalla politica standard del FMI per la ristrutturazione del debito della Grecia nel 2010, perché era "politicamente difficile" per i paesi (Francia? Germania?) le cui banche avevano titoli del debito greco.

Il rapporto afferma che i termini del salvataggio hanno violato tre delle quattro regole fondamentali del FMI per i prestiti ai paesi insolventi, cosa non da poco dato che è stato il più grande prestito che il  Fondo abbia mai fatto in proporzione alla quota di un socio, e dato che lo “staff” non era "in grado di garantire che il debito pubblico fosse sostenibile ".

E' stato ammesso che il pacchetto 2010 era "un’operazione di contenimento", che "ha dato il tempo alla  zona euro per costruire un firewall per proteggere gli altri membri vulnerabili e scongiurare effetti potenzialmente gravi per l'economia globale".

La Commissione europea si è difesa ieri dicendo che una ristrutturazione del debito nel 2010 avrebbe provocato il caos nei mercati obbligazionari ed un contagio virulento. Questo è vero, ma che tipo di difesa è questa?

Sì, ognuno temeva una reazione a catena di insolvenze sovrane che raggiungesse l'Italia e la Spagna, ma questo era interamente dovuto al fatto che la BCE si è incautamente rifiuta di svolgere una funzione di  sua responsabilità come quella di prestatore di ultima istanza, lo scopo ultimo di ogni banca centrale. In tal modo, si stava mettendo in pericolo l'intero sistema finanziario globale.

È possibile rintracciare questa paralisi di Maastricht nella natura del mandato della BCE, ma come il back stop di Draghi (OMT) per l'Italia e la Spagna ha da allora dimostrato, ciò che realmente si è visto è che un sacco di governatori della BCE non riuscivano a uscire dalle profondità o perseguivano delle agende nazionali vuote, o entrambi; e si nascondevano dietro a quelle che sono, in realtà, le clausole molto elastiche dei trattati.

Il FMI ha reso chiaro e cristallino che le istituzioni dell'Unione europea ed i leaders dei paesi dell'UEM (rifiutandosi ancora di affrontare le implicazioni della UEM, o di ammettere di fronte ai propri elettori che l'unione monetaria costa soldi veri) sono stati i principali furfanti di ​​questa saga.

Quello che vediamo è una esibizione quasi perfetta di ciò che è sbagliato nel progetto europeo. Non vi è alcun meccanismo di responsabilità. Lo scaricabarile non si ferma mai.

Non voglio prendermela con il Commissario all’Economia Olli Rehn, anche se si esaurisce la pazienza dopo aver ascoltato la replica della Commissione secondo cui il FMI ha "chiaramente sbagliato".

Rehn è un uomo decente, con un compito impossibile, ed ha responsabilità senza potere. I politici degli Stati del nord della UEM e la BCE sono i primi da biasimare.

L’ho scritto nel momento in cui la Germania di Wolfgang Schauble passava la misura minacciando di espellere la Grecia dall'euro e persisteva diffamando i Greci per il fallimento nell’ottemperare alle misure; quando il fallimento essenziale era quello della politica stessa. La Grecia ha mancato gli obiettivi di disavanzo perché l'economia stava collassando, provocando una riduzione delle entrate fiscali.

Eppure Rehn è il funzionario titolare in carica. La Troika è il "suo" bambino. Se fosse stato il ministro delle finanze di uno Stato democratico avrebbe sicuramente dovuto dimettersi dopo che una tale “bolla” demolisse il suo mandato.

Il fatto che nessuno mai si dimetta per le politiche pasticciate nel sistema UE (Pace, nella Commissione Santer è l'eccezione che conferma la regola) non deve scoraggiare Rehn nell’accettare la sconfitta da un alto senso dell'onore. Un tale gesto sarebbe come pulire l'aria; e segnare il riconoscimento che le formule politiche dell'UEM devono essere spazzate via per consentire il recupero.

Il suo direttore generale degli affari economici e monetari, Marco Butti, ha ammesso che il moltiplicatore fiscale è superiore al normale nei paesi delle zone in cui è in corso  una vasta crisi e dove il sistema finanziario è parzialmente compromesso ed il tasso di interesse è vicino allo zero, pertanto un inasprimento fiscale fa ancora più danni.

Ma lo ammette solo con il senno di poi. Ora la Commissione sostiene che il ritorno alla calma dopo la mossa di Draghi ha abbassato nuovamente il moltiplicatore, per cui non vi è alcuna reale necessità di cambiare politica (altro che lasciare che gli stabilizzatori fiscali facciano il loro lavoro, evitando l'errore di un altro ulteriore inasprimento per mettere fine al fallimento sugli obiettivi di disavanzo).

In assenza di tali dimissioni del Commissario Rehn, sappiamo che il “Rehn del Terrore” andrà avanti. Il regime persisterà nella follia distruttiva, l'aggiunta di 100.000 persone nei registri dei senza lavoro ogni mese.

Solo un promemoria della scala di errore, sul quale ho scritto in questo blog l'anno scorso.

La Troika originariamente ha detto che l'economia della Grecia si sarebbe contratta di 2.6pc nel 2010 sotto il regime di austerità, per poi risalire con una crescita del 1.1pc nel 2011, e 2.1pc nel 2012.

In parole povere, la Troika ha giudicato male la scala del declino economico in tre anni al 12pc del PIL. Il declino totale sarà di circa 25pc, sicuramente una Grande Depressione.

Non si dica che era difficile da prevedere. L'Istituto del Lavoro greco e il think tank IOVE avevano fatto previsioni molto accurate. La verità è che l'ideologia della Troika di "contrazione fiscale espansiva" è inaccettabile, e doppiamente pericolosa quando aggravata dalla stretta monetaria.

Come gli Spartani, i Tebani ed i Tespiesi presso il Passo delle Termopili, i Greci sono stati sacrificati per guadagnare tempo a favore dell’alleanza.

Invece che applauditi, sono stati poi diffamati per i loro sforzi eroici dai politici olandesi, finlandesi, austriaci e tedeschi, male informati e auto-interessati. Un episodio squallido.


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