Non
siate confusi da quello che è in superficie; nelle profondità tutto diventa
legge – Rainer Maria Rilke.
Come
osservato alla fine del paragrafo precedente, ho trovato il dibattito
coinvolgente ma alla fine frustrante, infatti mentre la critica di Murphy della
natura coercitiva del nostro sistema monetario moderno è moralmente seducente,
invita a porre una inevitabile domanda: "Ok, ma quale è la sua
alternativa?!".
Mentre
il dibattito è andato avanti, è diventato chiaro per me che questa era la
domanda fondamentale a cui Murphy doveva rispondere per muoversi oppostamente
al governo rappresentativo ed al di là della mera ideologia e nel regno della
prescrizione politica perseguibile. Purtroppo, quando Murphy ci è andato più
vicino è stato durante il seguente scambio:
Mosler: Quindi
non ci sarebbero più tasse.
Murphy: No. No
tasse.
(…)
Mosler: Mi stavo
chiedendo se ci fosse la spesa governativa. Se non c'è tassazione, spenderanno?!
Come funziona?!
Murphy: Ancora
una volta, siamo ancora nella versione austriaca dell’economia rispetto ai
punti di vista politici che molti austriaci hanno.
E così, sì. Molti economisti
austriaci moderni, o persone che amano quella scuola di pensiero, pensano che
tutto dovrebbe essere fatto volontariamente nel settore privato; e ciò che pensano,
relativamente a molti dei presunti orrori, è che quello che sarebbe accaduto se
non avessimo avuto un governo con polizia e militari è che in realtà ci
sarebbero state meno guerre, ci sarebbero stati un minor numero di pestaggi di
persone da parte della polizia e così via; e che le persone libere possono
volontariamente risolvere molti di questi problemi. E sì, ci sarebbero cose
folli che accadrebbero, ma potrebbero non essere così folli come la guerra
mondiale, che è ciò che accade quando i governi forniscono tali servizi.
Ma non è tutto - alcuni austriaci
sono liberali classici dello Stato guardiano notturno, o quel genere di cose.
Questa
risposta mi ha confuso per due ragione:
In
primo luogo, non riuscivo a capire se l’ultima frase di Murphy fosse da
intendere come una difesa vicaria della posizione liberale classica Misesiana-Friedmaniana-minarchica [di Von Mises, Friedman e degli anarco-capitalisti n.d.t.], o semplicemente un
riconoscimento del pluralismo ideologico interno della scuola austriaca.
Mi aspetto che fosse quest'ultima, come non riesco a vedere come si possa disporre uno Stato guardiano notturno senza tassazione,
che porterebbe alla moneta le dinamiche di monopolio descritte da Mosler e
discusse nella Parte II.
In
secondo luogo, non è chiaro in che modo il sistema, non coercitivo, ideale di
Murphy stabilirebbe e farebbe rispettare il sistema dei titoli di proprietà
necessari per un’economia di "mercato anarchico" senza ricorrere ad
una entità statuale generale con potere di polizia e piena giurisdizione.
Fortunatamente,
sono riuscito (scavando un po’) a trovare una risposta a quest'ultima domanda
in uno dei post del blog di Murphy del Mises Institute, dal titolo "Diritto senza lo Stato". In questo saggio, Murphy tratteggia le caratteristiche di base di ciò che egli
ritiene essere una regola non coercitiva a cui la legge potrebbe essere simile.
L'articolo è lungo, ma ho riprodotto sotto l'introduzione e (a mio parere) gli estratti chiave con la raccomandazione a
tutti di leggere l'articolo per capire interamente la sua posizione:
Senza dubbio, il sistema
giuridico è quella sfaccettatura della società che richiede presumibilmente di
essere statale. Anche alcuni campioni del laissez-faire come Milton Friedman e
Ludwig von Mises credevano che un governo dovesse esistere per proteggere la
proprietà privata e definire le "regole del gioco".
Tuttavia, i loro argomenti
erano focalizzati sulla necessità della legge stessa. Essi semplicemente davano
per scontato che il mercato non è in grado di definire e tutelare i diritti di
proprietà. Si sbagliavano.
In questo saggio, sostengo
che l'eliminazione dello Stato non porterà al caos senza legge. Istituzioni di
volontariato emergeranno in modo efficace per risolvere pacificamente le
controversie sorte nella vita di tutti i giorni. Non solo la legge di mercato sarà
più efficiente, ma sarà anche più equa dell'alternativa del governo.
L'argomento
centrale del modello di Murphy è che un sistema di titoli di proprietà
derivanti contrattualmente servirebbe come un centro giurisprudenziale su cui
l’intero sistema giuridico di “mercato anarchico” potrebbe quindi essere
costruito:
Tenete a mente che ovunque
qualcuno si trovi in una società puramente libertaria, sarebbe sulla proprietà
di qualcun altro. Questo è il modo in cui la forza può essere esercitata sui
criminali senza violare i loro diritti naturali.
(…)
Alcuni lettori potrebbero
chiedersi come posso proporre di sostituire il sistema di "giustizia"
dello Stato, quando non ho prima offerto una teoria razionale della fonte e della
natura dei diritti legittimi di proprietà. La risposta è semplice: non ho una
tale teoria. Tuttavia, posso ancora dire che un sistema di mercato di diritto
privato avrebbe funzionato molto più efficacemente rispetto all'alternativa
dello Stato; e che le obiezioni standard all’anarchia sono infondate.
Purtroppo,
al momento cruciale nel costruire il suo caso, Murphy opta per una analisi
semplicemente ideologica e afferma semplicemente che i mercati non sono
coercitivi, quindi un sistema del diritto di "mercato" non sarebbe
coercitivo, così:
Vi è una diffusa
diffidenza nel permettere al mercato di "determinare" qualcosa di
cruciale come, ad esempio, i divieti di omicidio. Ma "il mercato" è
solo una scorciatoia per la totalità delle interazioni economiche degli
individui che agiscono liberamente. Consentire al mercato di impostare regole
giuridiche in realtà significa che nessuno usa la violenza per imporre la
propria visione su tutti gli altri.
La
premessa di questa affermazione è categoricamente sbagliata. Il
"mercato" non è “la scorciatoia per la totalità delle interazioni
economiche degli individui che agiscono liberamente". Piuttosto, è - come Karl Polanyi ha osservato molti anni fa – una istituzione socialmente (e legalmente) costruita, incorporata in una
costellazione più ampia di altre istituzioni sociali (e legali), molte delle
quali esercitano una pressione
coercitiva (spesso attraverso il diritto) sui loro partecipanti spesso
riluttanti.
Questo
punto è ben compreso da anarchici di sinistra come Proudhon,
che erano molto sensibili alle origini coercitive dei sistemi economici proprietari
come nella proposta di Murphy della "anarchia di mercato". Un’eccellente
articolazione di questo punto di vista può essere trovato in un articolo del
1923 del professore della Columbia
Robert Hale, "la coercizione e la distribuzione in uno Stato presumibilmentenon coercitivo",
una breve riflessione su quello che possiamo trovarci è qui.
Murphy,
al suo attivo, riconosce che le questioni di attribuzione, definizione e applicazione
dei titoli di proprietà sono questioni politicamente sensibili. Purtroppo, la
sua soluzione è, ancora una volta, autoreferenziale, in quanto egli sostiene
che i problemi di progettazione di un equo mercato possono essere risolti dal
mercato stesso:
"Nell’anarchia di
mercato, chi definirebbe i diritti di proprietà?! Se qualcuno consegna il
denaro per l'acquisto di una casa, quali garanzie ha?!”
Si tratta di una questione
complessa, e non sarò in grado di fornire dettagli, dal momento che la
soluzione reale del mercato dipenderebbe dalle circostanze del caso e attingerebbe
alle competenze giuridiche (molto più grandi delle mie) di tutta la comunità.
Posso, tuttavia, offrire alcune osservazioni di carattere generale:
Qualunque sia (se del
caso) la natura astratta o metafisica del diritto di proprietà, il fine delle
qualifiche pubbliche è abbastanza utilitaristico; ma sono necessari per
consentire alle persone di pianificare in modo efficace e coordinato le loro
interazioni con ogni altro. Ditte specializzate (forse distinte dalle agenzie
di arbitrato) sarebbero preposte alla conservazione dei titoli di proprietà,
sia per una specifica area che per gruppi di individui. Il titolo del registro
sarebbe probabilmente realizzato attraverso una complessa rete gerarchica di
tali imprese.
La paura di agenzie
canaglia, che unilateralmente si dichiarano "proprietarie" di tutto,
è del tutto infondata. In anarchia di mercato, le aziende che pubblicizzano i
diritti di proprietà non sarebbero le stesse aziende che impongono quei
diritti. Più importante, la concorrenza tra le imprese potrebbe fornire veri
"pesi e contrappesi". Se una società ha iniziato violando le norme
comunitarie stabilite e codificate sul mercato, dovrebbe uscire dall’attività,
così sicuramente come un produttore di dizionari andrebbe in rovina se il suo
libri contenessero definizioni improprie.
Questa
risposta è retoricamente efficace, ma oscurantista. Anche se l'affermazione che
"la concorrenza tra le imprese potrebbe fornire veri pesi e
contrappesi", "dal momento che" [s]e una impresa iniziasse a
violare le norme comunitarie stabilite e codificate nel mercato, andrebbe fuori
mercato" fosse vera, questa ignorerebbe il rischio più fondamentale che
uno o più soggetti privati potrebbero
utilizzare la loro influenza politica ed economica a favore di un certo numero
di imprese per la progettazione di strutture
giuridiche che favoriscano l'accumulo di un controllo monopolistico su qualche
risorsa che è scarsa; e quindi sfruttare tale monopolio per stabilire e
difendere un’oligarchia permanente.
Questo
problema è stato recentemente esplorato in dettaglio in un post sul blog di
Mike Konczal sul Next New Deal,
dal titolo "Abbiamo già provato il libertarismo - Si chiamava feudalesimo".
Ho riprodotto la parte che interessa qui di seguito:
Per i liberali, i diritti
di base sono fondamentali, nel senso che non possono essere compromessi o scambiati
contro altri diritti non fondamentali. Sono anche inalienabili; non posso
contrattualmente trasferire o rinunciare ai miei diritti di base. Nella misura
in cui stipulo contratti che predispongono
questo, ho una opzione per recedere che ripristina quei diritti.
(…)
Quando i libertari dicono
di essere per i diritti fondamentali, quello che stanno realmente dicendo è che
sono per trattare ciò che i liberali considerano i diritti fondamentali come i
diritti di proprietà. I diritti fondamentali ricevono, più o meno, la tutela degli
altri diritti di proprietà. Si possono facilmente cedere o contrattare e così alienarsi
da questi. (Nel frattempo, tutti i diritti di proprietà sono del tutto
fondamentali - non possono mai essere regolati.).
Inoltre,
dal momento che tutte le norme sociali nell’utopia di Murphy sono subordinate
al contratto e alla proprietà, non vi è alcun controllo equitativo su una
eventuale pessima legge comune.
Nel loro insieme, queste caratteristiche fanno sì che se dovesse emergere un monopolista,
la persona media sarebbe - in una dinamica simile alla storia della tassazione
di Mosler - tenuta ad accettare qualunque termine che un lui o una lei
impostassero al fine di accedere ai mezzi minimi per la sopravvivenza, tra cui,
potenzialmente , la schiavitù e/o il debito-schiavitù.
Una
possibile risposta a questa critica è che, mentre questo risultato sarebbe
concepibile, le pressioni competitive gli impediranno che si verifichi. Questa
è una affermazione empirica e forse esatta – non ne posso essere sicuro.
Tuttavia, come è stato sottolineato da un ottimo articolo su Harpers Magazine nel mese di ottobre del 2012 sul gioco da tavolo del Monopoli,
vi è motivo di credere il contrario:
Sedici minuti di gioco e
Doug ha offerto a Billy uno scambio. ("La propensione al commercio, alla
permuta e o allo scambio di una cosa per un'altra", scrive Adam Smith in “La ricchezza delle nazioni", “è comune a tutti gli uomini, e non può essere trovata in nessun'altra razza di
animali.") Il terreno aveva già una crescita scarsa, e come il terreno
scarseggia nel Monopoli - così nel mondo reale - il suo valore di mercato
aumenta, spesso oltre il suo valore nominale. "Questa", ha detto
Doug, alzando una delle sue opere gialle, "per quella", indicando una
delle opere tugurio di Billy, "più trecento dollari.".
In cosa consisteva
l’inizio delle cospirazione, Billy ha poi detto ad Eric che se avessero fatto
uno scambio e ciascuno avesse ricevuto un monopolio di conseguenza, avrebbero
condiviso un "free ride” – nessun affitto sarebbe stato addebitato -
quando atterrassero uno sui monopoli dell’altro: un duopolio corrotto, in
effetti, era l’obiettivo di Doug e Trevis.
Doug si strinse nelle
spalle quando Eric meditava l'affare, mentre Trevis era atterrito. "Non si
può fare questo: è contro le regole."
"Regole", ha
detto Billy. "Io imposto il mio prezzo."
"Stronzate!"
"Arbitro!"
Un arbitro, fischietto al
collo, si affrettò - il giudice con il martelletto era scomparso - a decidere
sulla questione, come i giocatori si “abbaiavano” a vicenda. "Non puoi
farlo", disse alla fine.
Poche settimane prima del
torneo, avevo avuto una conversazione con Richard Marinaccio, il campione nazionaleUSA di Monopoli del 2009.
"I giocatori di Monopoli intorno al tavolo della cucina" - che è come
dire, la maggior parte delle persone - "pensano che il gioco sia tutto di
accumulo", ha detto. "Sai, fare un sacco di soldi. Ma l'oggetto reale
è quello di mandare in bancarotta gli avversari il più rapidamente possibile.
Per farlo è sufficiente fare in modo che tutti gli altri non abbiano nulla".
In questa visione, nel Monopoli
non si tratta di scatenare la creatività e l'innovazione tra molte parti in
competizione, né di aprire i mercati ed espandere il commercio o creare
ricchezza attraverso il duro lavoro e l'egoismo illuminato, o della virtù del
pensiero di Adam Smith come le mani invisibili che aspirano a produrre una
società dinamica e prospera. Si tratta di chiudere il mercato. Tutto quello che
i giocatori devono fare è sedersi sulla loro terra e aspettare il loro turno
per lanciare i dadi.
Smith ha descritto questi
monopolisti che cercano una rendita, che ai suoi tempo furono caratterizzati
dall’essere la nobiltà terriera d'Inghilterra, come i grandi parassiti dell'ordine
capitalista. Hanno evitato il lavoro produttivo, non hanno innovato nulla,
creato niente, il terreno era già lì e hanno fatto un sacco di soldi, mentre
spogliavano chi doveva pagare l'affitto. La fase iniziale del concorso del
Monopoli, la fase di libero scambio, che sembra essere la parte più eccitante da
guardare del gioco, ha davvero come obiettivo di terminare il libero scambio e
annullare la concorrenza, al fine di sostituirli con la ricerca della rendita.
Infatti,
la vera "anarchia di mercato" sarebbe probabilmente ancora più
autodistruttiva del Monopoli, come le rivendicazioni di proprietà che
persisterebbero per sempre, piuttosto che avere un ripristino ad ogni
generazione.
Forse
sorprendentemente, la risposta di Murphy alle preoccupazioni di una dipendenza del
percorso è quella di sostenere una rivoluzione dei cuori e delle menti:
Il percorso per una
società libera può variare in base alla storia di una regione e di conseguenza non
farò nessuna singola descrizione. Il percorso intrapreso dagli anarchici di mercato
Nord Coreani sarà senza dubbio differente dal percorso di una simile mentalità negli
individui negli Stati Uniti. Nel primo, un violento rovesciamento dell’ingiusto
regime potrebbe verificarsi, mentre nel secondo, una erosione graduale e
ordinata dello Stato sarebbe una meravigliosa possibilità. L'unica cosa che
tutte queste rivoluzioni condividono è l’impegno da parte della stragrande
maggioranza per il rispetto totale dei diritti di proprietà.
Tutte le società, non
importa quanto siano dispotici i loro governanti, devo possedere un accordo di
base per il rispetto dei diritti di proprietà, anche se tale rispetto viene
dovuto per abitudine, piuttosto che per apprezzamento intellettuale. Tutti
sanno che si tratta di un reato di stupro o omicidio, anche i violentatori e gli
assassini lo sanno.
Tali, nozioni di
giustizia, intuitive e universali, costituirebbero la base per un sistema di
diritto privato. Questo ampio consenso permetterebbe ai più specifici diritti
definiti contrattualmente di evolversi. Il processo dovrebbe essere continuo,
con uno stadio di titoli di proprietà codificati e norme giuridiche che
costituiscono la base per la prossima generazione di giudici e studiosi da
sistematizzare ed estendere.
Mettendo
da parte l'affermazione antropologicamente scorretta che "tutte le persone" considerano lo stupro e l'omicidio come crimini
e l'affermazione altrettanto problematica che il rispetto per i diritti di proprietà privata è "universale" e
"intuitivo", trovo improbabile che la rivoluzione di Murphy sarebbe sostenuta
dalla "stragrande maggioranza" delle persone, né oggi né in futuro.
Anche se lo fosse, tuttavia, tale supporto uni-generazionale non
giustificherebbe, a mio parere, la creazione di un ordine proprietario
permanente, non democratico, mondiale. Per quanto posso dire, vorrebbe dire
avere un dissidente, in questo sistema,
quando qualcuno è colpevole degli stessi peccati di maggioritarismo coercitivo
che i libertari hanno posto come base del repubblicanesimo liberale
costituzionale.
Infine,
anche ammettendo che la rivoluzione di Murphy fosse possibile e probabile che
fosse universalmente popolare, il sistema
giuridico post-rivoluzionario che propone ha bisogno di un sacco di sviluppo:
Un critico sofisticato potrebbe
sostenere che la mia proposta si fonda su un ragionamento circolare: come
possono le persone utilizzare i contratti per definire i diritti di proprietà
quando un sistema di diritti di proprietà è necessario per stabilire quali
contratti siano validi? Dopo tutto, Smith non può vendere a Jones una macchina
per una certa somma di denaro, a meno che non sia stabilito in anticipo che
Smith è il solo proprietario della vettura (e Jones il proprietario della somma
di denaro).
Per vedere la soluzione,
dobbiamo “rompere” il problema in due parti. In primo luogo, dovremmo chiedere:
"Può il libero mercato fornire una base per l'interazione sociale?" credo
che le parti precedenti abbiano
dimostrato questo. Cioè, io ho mostrato sopra che se avessimo un sistema di
titoli di proprietà riconosciuti da imprese concorrenti e quindi un sistema
contrattuale che disciplina lo scambio di quei titoli, questo formerebbe una
base stabile per il diritto privato.
Ora, si tratta di una
questione completamente diversa dal chiedere, "Come sono inizialmente
definiti e assegnati questi titoli?!".
Questo è un argomento
vasto e sarà affrontato nella prossima sezione. Ma per affrontare la questione
in quanto ci si riferisce ad un presunto regresso all'infinito, consideriamo il
diritto contrattuale.
Il diritto del contratti è
una specifica branca del diritto, tanto quanto il diritto della responsabilità
civile o il diritto costituzionale. Viene utilizzato, ad esempio, per
determinare se un contratto tra due parti è giuridicamente vincolante. Ora
sicuramente il diritto contrattuale non può essere stabilito in un sistema
anarchico di diritto contrattuale, non sarebbe questa una petizione di
principio?!
No. Gli impegni
contrattuali degli individui dovrebbero contenere disposizioni per tutte le
contingenze gestite dal diritto contrattuale odierno. Ad esempio, la compagnia
di assicurazione di un cliente dovrebbe promettere, "garantiremo ogni
eventuale debito che il nostro cliente non riesce a pagare, a patto che gli
obblighi siano stati definiti in un contratto valido, secondo le modalità
descritte nell’opuscolo standard Contract Law pubblicato dallo studio legale
Ace".
Questo opuscolo
richiederebbe forse firme in inchiostro nero, “viste” notarili per le grandi
somme, che i firmatari di un contratto siano di età e sobrietà sufficiente e
non fossero sotto costrizione quando è
stato fatto il contratto. Come con tutti gli elementi di diritto privato, le
regole precise che disciplinano l'interpretazione del contratto sarebbero
determinate dai (talvolta contrastanti) desideri di tutti attraverso la prova dei
profitti e delle perdite.
Infine, tenete presente
che l'ultimo giudice in un determinato caso è ... il giudice. Non importa
quanto voluminosi siano i libri di diritto, o quanto ovvi i precedenti, ogni
caso dipende, in ultima analisi, dall'interpretazione personale di un arbitro o
giudice che deve pronunciare la sentenza.
Non dobbiamo mai
dimenticare che gli statuti scritti, in quanto tali, sono impotenti a meno che
siano utilizzati da persone competenti ed eque. Solo in un sistema volontario e
competitivo c'è qualche speranza per una eccellenza giudiziaria.
Per
quanto posso dire, il sistema di diritto utopico di Murphy rispetterebbe i
seguenti profili di base:
1)
Tutte le leggi dovrebbero essere derivate dalla sovrapposizione dei sistemi
privati di
legge, dei contratti privati, ed interpretate dalla sovrapposizione degli
stessi sistemi giudiziari privati e fatte rispettare mediante la
sovrapposizione di enti privati, i quali
sarebbero concordati da tutte le parti interessate.
Uso
questo per dire che ogni individuo si presume che abbia acconsentito, non solo
in termini espliciti ed impliciti e agli effetti previsti e imprevisti di
qualsiasi e tutti i contratti che ha firmato, ma anche a qualsiasi e tutti i
contratti stipulati dal suo contratto da altri soggetti-parte che direttamente
o indirettamente interessano uno qualsiasi dei suoi interessi; e di ogni e
tutti i contratti stipulati dai responsabili per interpretare e far rispettare
i suoi contratti. Pertanto, la legittimità del sistema deriverebbe, in ultima
analisi, dal consenso (implicitamente presunto) di ogni individuo ad un sistema
di compensazione legale meta-contrattuale nel quale è stato incorporato ognuno
dei suoi contratti. Questo è, a mio parere, quasi tautologicamente utopico.
2)
Le controversie contrattuali dovrebbero essere risolte in conformità con le
disposizioni stabilite di contingenza
(…) dal contratto stesso.
Prendo
questo per dire che una controversia tra parti in merito all'interpretazione e
alla giurisdizione di una clausola di contingenza, come avviene regolarmente
per quanto riguarda le clausole arbitrali nei contratti convenzionali, sarebbe
determinato in conformità con una sorta di clausola di meta-contingenza, la cui
interpretazione sarebbe quindi oggetto di una clausola di meta-meta-contingenza,
e così via in una catena infinita di clausole di contingenza gerarchicamente
annidate. E' difficile capire come il sistema di Murphy eviti questo regresso
all'infinito, nonostante il suo coraggioso tentativo di farlo.
3)
I disaccordi sulle teorie della interpretazione del contratto saranno
determinate sulla base della interpretazione soggettiva dei giudici, i cui
principi giurisprudenziali sarebbero determinati attraverso un mercato
competitivo a scopo di lucro in conformità con il test "profitti e
perdite".
Come
la vedo io, questo significherebbe che coloro che possono permettersi di pagare
di più si assumerebbero meritare una più alta qualità delle decisioni
giudiziarie. Il sistema proposto da Murphy sarebbe ancora peggiore, tuttavia,
dal momento che come un agente alla ricerca del profitto, un giudice sarebbe
libero di modificare la propria metodologia giudiziaria al fine di sollecitare
qualsiasi forma di corruzione compensazione ritenuta accettabile nei
termini del contratto in questione. Questa determinazione della accettabilità di
questo sarebbe, a sua volta, fatto da parte di (…) un altro giudice.
Piuttosto
che affrontare direttamente il fatto che un sistema giuridico puramente basato
sul profitto è intrinsecamente incline alla corruzione, la soluzione di Murphy
è semplicemente quella di spostare in giro il rischio, dagli avvocati ai
giudici alla stampa. Secondo Murphy, questo approccio riduce il rischio a causa
delle - avete indovinato! - forze di mercato:
Solo perché un organismo
arbitrale ha stabilito un certo modo questo non metterebbe tutti d'accordo,
proprio come le persone si lamentano delle scandalose sentenze dei tribunali dei
giudici statali. La stampa dovrebbe evidenziare le sentenze ingiuste e la gente
perderebbe fiducia nell'oggettività delle decisioni dell'Agenzia X. Potenziali
dipendenti ci penserebbero due volte prima di lavorare per la grande impresa, fintanto
che richiederà (nei suoi contratti di lavoro) che le persone si sottopongano alla
sospetta Agenzia X.
Altre imprese patrocinerebbero
diverse agenzie di arbitrato più affidabili, ed i lavoratori andrebbero a
greggi verso di loro. Abbastanza presto, la grande azienda corrotta e L’Agenzia
X di Arbitrato subirebbero enormi
sanzioni pecuniarie per il loro comportamento.
Questo
argomento si basa su una serie di ipotesi che vedo molto problematiche, tra cui
a) che il pubblico sarebbe in grado di distinguere tra una stampa obiettiva ed
etica ed agenti di propaganda pagati; b) che la persona media sarebbe in grado
di analizzare argomenti giuridici complicati per determinare se i giudici e gli
agenti che devono applicare la legge agiscono o no in modo corrotto; c) che i
mercati per i giudici, le forze e la stampa rimarrebbero frammentati, piuttosto
che integrati verticalmente con la produzione di agenzie monopolistiche che
offrono poca scelta reale per i consumatori.
4)
Le agenzie private per l’esecuzione contrattuale potrebbero pensare di essere
autorizzate ad esercitare violenza
legittima nei casi di inadempimento contrattuale, come determinato da un
particolare giudice le cui competenze sarebbero contrattualmente determinate
secondo l'interpretazione (…) dello stesso giudice particolare.
Per
quanto ne so, non esiste un meccanismo nel sistema di Murphy per proteggere un
individuo che, simile ad un capo di Stato sovrano affrontasse delle accuse di
fronte alla Corte penale internazionale, semplicemente rifiutando di
riconoscere l'autorità di un determinato contratto, il giudice, o l’agenzia di
esecuzione. Di conseguenza, è possibile che un individuo si possa trovare
imprigionato o costretto da un ente competente che non ha mai scelto, come
conseguenza di una decisione di un giudice alla cui autorità non si è mai
sottomesso e per la violazione di una disposizione contrattuale che non avrebbe
mai pensato di accettare - tutto in nome di un mercato volontario e non-coercitivo.
Conclusioni.
Il
sistema di “diritto privato” proposto da Murphy, per quanto io possa dare un
senso di esso, solleva un sacco di “sopracciglia” giurisprudenziali e logistiche.
Queste preoccupazioni sono state per lo più ampiamente esplorate nella relativa
letteratura della scienza giuridica e politica, ma i miei commenti sopra di
forniscono un'idea generale di quelle che percepisco essere alcune delle
questioni principali.
E'
possibile che Murphy e/o altri abbiano delle risposte a queste critiche e che
il suo modello si riveli essere un'alternativa fattibile per uno Stato basato
sulla legge del diritto. A questo punto, però, vedo poche prove che sia questo
il caso.
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